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Febbraio 2013 è stato il mese delle elezioni politiche, un appuntamento di importanza fondamentale nella storia politica del Paese, che ha sancito la fine del bipolarismo della II Repubblica, la rinascita politica di un Berluscoi che pareva avviato al tramonto, la ditruzione delle ambizioni di governo del centrosinistra e l'affermazione come forza di primo piano del MoVimento 5 Stelle.
Analizzare il ruolo dei media, ed in particolar modo dei telegiornali, è quindi indispensabile per comprendere in che modo il mezzo di informazione televisivo è correlato con quelli che poi si sono rivelati essere i rapporti di forza elettorali.
I dati di febbraio 2013, pubblicati dall'AGCom spezzati per settimana (Parte I - Parte II - Parte III) coprono in realtà solo la parte del mese precedente alle elezioni; se quindi i dati non possono essere considerati validi per lo studio completo del mese, sono in effetti ancora più interessanti, in quanto danno evidenza del periodo elettorale, proprio quello più rilevante ai fini di scoprire l'impatto dei media sull'opinione pubblica ai fini del voto.
Dati AGCom febbraio 2013 |
Dati AGCom 2013 aggregati per mese |
Le ore di informazione politica nel mese di febbraio 2013 precedenti all'appuntamento elettorale sono state 250 circa, un valore alto considerato che si sta parlando di appena tre settimane, ma in proporzione più basso rispetto a quello del mese precedente. Pesa indubbiamente a questo proposisto il divieto di pubblicazione dei sondaggi nelle due settimane precedenti le elezioni, sicuramente uno dei volani principali dell'informazione politica nei telegiornali.
Rispetto al mese di gennaio la situazione non subisce radicali mutamenti, se non un ulteriore accentramento dell'informazione politica verso le tre principali formazioni politiche - almeno secondo gli standard della vigilia: se infatti nel mese precedente la somma di PdL, PD e SC si attestava al 60% del tempo complessivo, ora arriva a superare il 62%.
All'interno di questo blocco, tuttavia, si assiste ad un lieve calo del PdL di circa lo 0,5% e aumenti per SC e PD di circa l'1,5% ciascuno.
Il PdL resta abbondantamente prima formazione con il 25% del tempo complessivo, pari a 62 ore dedicate; il PD sfonda quota 20% a 50 ore mentre SC si attesta poco sotto al 18% con 44 ore. Una differenza, pur in attenuazione rispetto a gennaio, comunque molto netta in favore della formazione berlusconiana.
Tra le altre formazioni spicca la netta risalita del M5S, che pur attestandosi su valori molto bassi rispetto ai risultati elettorali, mostra tra gennaio e febbraio una salita mediatica di oltre il 3%, l'incremento più forte di tutto l'arco politico.
A fare le spese di questo accentramento sono tutte le formazioni minori, dalla Lega Nord (-2%), a SEL (-1%), a RC (-1%), all'UdC (-1%). Si deve infatti notare che i trend positivi sono associati quei partiti che, all'interno della propria coalizione, esprimono il candidato alla Presidenza del Consiglio o quantomeno il leader del cartello elettorale, a maggiore riprova di quel fenomeno di personalizzazione della politica di cui sono affette le competizioni elettorali degli ultimi anni.
Dati AGCom febbraio 2013 aggregati per area politico-culturale |
Dati AGCom 2013 aggregati per area politico-culturale |
Spostando il focus dell'analisi a livello di coalizione, si nota come solo centrosinistra e MoVimento 5 Stelle presentino trend di crescita, che portano ad un parziale riequilibrio dell'informazione rispetto al mese precedente.
I gap restano comunque, pur in calo, molto elevati: il centrodestra mantiene un +7% sul centrosinistra, mentre il M5S malgrado la violenta crescita non riesce a raggiungere neppure la doppia cifra.
I telegiornali italiani, malgrado la presenza della par condicio, restano sempre e comunque sbilanciati a destra, ed in una maniera molto più violenta rispetto ad analoghi periodi legati alle elezioni amministrative.
Passando al dettaglio dei singoli telegiornali, emerge come il centrodestra abbia i propri picchi di predominio su MTV News e su TGLa7. Il centro montiano spicca invece su TG1 e MTV News mentre il centrosinsitra di Bersani a i propri massimi addirittura su Studio Aperto e TG4. Il MoVimento 5 Stelle, infine, ottiene le proprie migliori prestazioni su TGCOM e Sky TG 24.
Da notare il centrodestra è abbondantemente prima coalizione in tutte le testate, con margini compresi tra il 2% ed il 17%; particolarmente interessante è il fatto che le differenze sono minori nei TG Mediaset - il minimo si tocca a Studio Aperto - e massime in quelli Telecom.
Dati AGCom febbraio 2013 aggregati per Istituzioni - Maggioranza - Opposizione |
Dati AGCom 2013 aggergati per Istituzioni - Maggioranza - Opposizione |
Con l'avvicinarsi dell'appuntamento elettorale, si nota un ulteriore assottigliamento della componente istituzionale del tempo politico, che scende da già esiguo 11% di gennaio ad appena il 9%.
Per quanto riguarda la divisione tra maggioranza e opposizione, intese in riferimento al Governo Letta, si nota un lievissimo ma del tutto insufficiente riequilibrio, con la maggioranza che scende dal 69% al 68% e l'opposizione che sale dal 20% al 22%.
Dall'analisi di questo secondo mese del 2013 permane l'evidenza di uno scenario televisivo in cui il centrodestra risulta egemone. Sebbene vi sia stato un leggero ridimensionamento dello squilibrio politico rispetto al mese di gennaio, la differenza tra le forze in campo risulta eccessiva considerato il periodo elettorale, in cui le regole della par condicio risultano essere massimamente stringenti.
La televisione ha comunque continuato a riproporre il trialismo CDX-CX-CSX lasciando al MoVimento 5 Stelle, pur in forte crescita, solo le briciole, dimostrando di aver completamente fallito le proprie previsioni elettorali.
Resta in ogni caso la sensazione di una TV italiana, nel suo complesso, ancora e sempre ostaggio di Silvio Berlusconi.
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