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Maggio, con le battute conclusive della campagna elettorale, le elezioni amministrative e la successiva nuova campagna per i ballottaggi, è stato un mese cruciale per l'informazione politica in Italia. Il sito dell'AGCom ha pubblicato celermente i dati relativi al pluralismo politico-istituzionale delle principali testate telegiornalistiche e, come per il mese di aprile, i dati sono stati scorporati settimanalmente in maniera da rendere al pubblico un servizio maggiormente puntuale e trasparente (link Parte I, Parte II, Parte III, Parte IV). Sono rimasti fuori dall'analisi mensile dell'Autorità i giorni 29, 30 e 31 maggio, che verosimilmente saranno inclusi nel conteggio di giugno.
Il primo dato che spicca, soprattutto tenendo conto dell'importante evento elettorale svoltosi nel mese, è il basso numero di ore dedicate all'informazione politica, appena 154 contro le 197 di aprile e le 201 di febbraio. Il dato in assoluto più basso dall'inizio dell'anno. In realtà, tenendo conto dei tre giorni mancanti sopra indicati e della presenza di due giornate di silenzio elettorale, si può stimare un valore di poco superiore alle 180 ore di informazione aggiungendo cinque giorni di informazione a quanto totalizzato nel mese: comunque poco per un periodo in cui le tribune elettorale e gli speciali post-voto hanno dominato - o meglio avrebbero dovuto farlo - la scena mediatica del Paese.
Dati AGCom maggio 2011 |
A livello generale prosegue il trend di calo della componente istituzionale già evidenziato nel mese di aprile, ma questa volta anche l'opposizione arriva a beneficiarne in maniera consistente, arrivando ad una situazione complessiva abbastanza in linea con i dettami della par condicio. Spicca ancora una volta il tempo dedicato al PdL, ma la maggiore frammentazione delle forze di opposizione, in special modo di centrosinistra, è in questo caso sufficiente a spiegare le differenze in termini di tempo assoluto e percentuale tra la formazione berlusconiana e gli altri partiti.
Dati AGCom maggio 2011 aggregati per Istituzioni - Maggioranza - Opposizione |
Come mostrano gli istogrammi, per la prima volta da inizio anno le istituzioni non sono più la componente di maggioranza - né assoluta né relativa - del panorama telegiornalistico italiano. Con il 32,89% medio del tempo, infatti, risultano sorpassate dalla maggioranza, che si attesta al 36,89%. L'opposizione torna sopra il 30%, in particolare arriva al 30,22%, il secondo valore più alto da inizio 2011.
I valori ottenuti sono di gran lunga i migliori, in termini di equilibrio dell'informazione, di tutto l'anno.
Dati AGCom 2011 aggregati per Istituzioni - Maggioranza - Opposizione |
Tra le istituzioni prosegue il forte calo di Presidente del Consiglio e Governo, che dimezzano sostanzialmente la quota di aprile passando dal 38% al 19% complessivo. Il calo è ancora più brusco se raffrontato al 43% di marzo, quando Berlusconi ed i suoi ministri occupavano da soli quasi metà dello spazio politico dei telegiornali.
In realtà il travaso di spazio mediatico è in gran parte circoscritto al governo e alle forze parlamentari in suo sostegno, in quanto sia il PdL sia la Lega aumentano vertiginosamente le proprie quote percentuali, passando dal 25% di aprile al 36% di maggio complessivo; ritorna tuttavia a crescere anche l'opposizione, in cui il PD ottiene il suo miglior risultato da febbraio mentre l'IdV supera per la prima volta nel 2011 il 4% del tempo complessivo e SEL, complice il fenomeno Pisapia a Milano, quintuplica letteralmente la propria presenza televisiva rispetto ai mesi precedenti.
In termini di tempi assoluti i partiti mantengono sostanzialmente gli spazi di aprile, sia pure con alcune variazioni talvolta anche non trascurabili; in generale però si può ascrivere il minor tempo complessivo dell'informazione politica al solo calo del tempo istituzionale: Berlusconi compare in veste di Presidente del Consiglio per 10 ore contro le 29 di aprile; il Governo appare per 18 ore contro le 45 del mese precedente.
Dati AGCom maggio 2011 aggregati per area politico-culturale |
Maggiori dettagli possono arrivare dall'analisi per area politico-culturale dell'informazione televisiva: come si vede dal grafico il centrosinistra avanza rispetto al bassissimo valore di aprile ma si mantiene ancora su percentuali molto inferiori ai primi tre mesi dell'anno. La decrescita del centrodestra è invece più che compensata dalla crescita della Lega: se considerato un tutt'uno, il blocco destra-centrodestra raggiunge il 56%, il valore in assoluto più alto da inizio anno.
Le formazioni della sinistra radicale come sempre sono ai margini della vita mediatica del paese sotto l'1% di rappresentatività, mentre in netto ridimensionamento appaiono le forze centriste del Terzo Polo, schiacciate sotto il 5%.
Dati AGCom 2011 aggregati per area politico-culturale |
TG4 e TG2 sono stati i telegionrali che, almeno quantitativamente, hanno dato maggior spazio al centrosinistra, mentre TGLa7 e MTV Flash sono state le testate che hanno privilegiato il centrodestra. Anche il Terzo Polo, come il centrosinistra, ha avuto spazi maggiori su TG2 e TG4, mentre la Lega Nord e in generale le formazioni di destra hanno avuto la maggior cassa di risonanza su Rainews e TG3.
Visto l'orientamento generalmente associato ai telegiornali italiani questi dati possono apparire stonati, ma è bene ricordare come i dati offerti dall'AGCom fotografino una situazione puramente quantitativa, senza indagare sull'approccio con cui vengono trattate le notizie.
Dati AGCom 2011 aggregati per mese |
Dalla tabella che mostra l'evoluzione dei singoli elementi - partiti ed enti istituzionali - nel corso dei mesi del 2011 emergono alcuni elementi interessanti: oltre alla crescita di PdL e Lega, in linea con il calo di Presidente del Consiglio e Governo, spicca l'inversione di tendenza del Partito Democratico, in risalita dopo un calo di partecipazione televisiva che durava da quattro mesi. Nel centrosinistra si registra inoltre una piccola scossa verso l'alto anche per Di Pietro dopo una lunga stabilità, ma è soprattutto l'exploit di SEL a tenere banco: la formazione di Vendola soffre nei canali tradizionali ma va molto forte su Rainews e sulle reti Telecom, dove in alcune occasioni è arrivata ad insidiare il primato del PD come partito più "televisivo" della coalizione. Che sia un fuoco di paglia dovuto all'evento elettorale oppure una nuova tendenza saranno i prossimi mesi a dirlo.
Nel Terzo Polo tira una boccata d'ossigeno FLI, che pareva avvitato in una spirale discendente senza fine, mentre l'UdC conferma la propria stabilità.
Tra le testate, in un clima di generale aderenza alla par condicio, spiccano gli ottimi risultati fatti segnare da SKY TG24, Rainews e TG3, mentre sono le due reti Telecom, La7 ed MTV, ad essere tra i TG di punta quelle maggiormente sproporzionate, seguite da un Rai Uno.
I risultati elettorali di maggio hanno tuttavia dimostrato come il rapporto tra predominio mediatico e risultati elettorali è molto meno scontato di quanto si potesse pensare: la massiccia preponderanza delle forze di centrodestra in TV non ha dato i frutti sperati da Berlusconi e dai suoi alleati, ovviamente tenendo conto del fatto che le analisi quantitative offerte dall'AGCom non possono essere considerate del tutto esaustive in quanto non spiegano "come" un partito appaia in TV.
È tuttavia la prima volta da lungo tempo che TV ed elezioni si discostano tra loro in maniera così significativa: il futuro dirà se si è trattato di una coincidenza oppure se il mezzo televisivo sta realmente perdendo importanza come fonte di informazione per il popolo italiano.
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