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Marzo è stato un mese dominato dal tema della riforma del lavoro, dalle proteste relative alla modifica dell'Art. 18 dello Statuto dei Lavoratori e dalle relative ripercussioni mediatiche. Nel suo piccolo, tuttavia, marzo 2012 è anche un mese da ricordare per l'analisi della comunicazione televisiva, in quanto per la prima volta l'AGCom inserisce nel proprio rapporto nuovi canali e nuove testate telegiornalistiche. A partire da questo mese, infatti, entrano nel computo dell'Autorità anche TGCOM 24 e Repubblica TV 30 minuti, mentre le testate TG La7 e TG Sky 24 vengono integrate con i dati rispettivamente dei canali La7D e Cielo.
Una piccola rivoluzione che se da un lato rende più complesso il raffronto con i dati del passato, dall'altro permette di fotografare con sempre maggiore precisione la qualità della distribuzione dei tempi politici tra le varie formazioni; ancora più importante, sia pure a livello meramente simbolico, è tuttavia la presa di coscienza dei primi effetti del digitale terrestre e della conseguente dispersione dell'audience dovuta alla nascita di nuovi canali e nuove testate.
Dati AGCom marzo 2012 |
Il numero totale di ore di informazione politica è stato 261, un numero altissimo e sicuramente non riducibile all'incremento del numero di testate: in tutti i telegiornali l'attualità politica legata alla riforma del lavoro ha occupato gran parte dei tempi di trasmissione, generando valori record in pressoché tutti i telegiornali, segno di quanto il tema avesse profondi impatti sociali.
Dalla visione dei dati grezzi si evincono da subito due dati focali: il primo, sia pure di valore simbolico, è il sorpasso del Governo sul Presidente del Consiglio: tramonta la visione Monti-centrica della politica italiana, a favore di una strutturazione più corale dell'informazione istituzionale. Continua il progressivo ritorno nell'ombra del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo i mesi di protagonismo coincisi con il tramonto dell'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi.
L'altra importante novità è il calo delle due formazioni principali, PdL e PD, un calo che però costituisce il punto di arrivo di fenomeni assai differenti: se il PD infatti scende in maniera piuttosto lieve rispetto a febbraio e si mantiene su valori comunque piuttosto alti, il PdL lascia il 5% rispetto al mese precedente, mantenendo lo status di primo partito del Paese - mediaticamente parlando - solo di poco. Particolarmente interessante è il fatto che la leadership del PdL sia dovuta in massima parte all'apporto delle reti Mediaset e delle altre reti private, laddove sulla RAI sono stati i democratici a prevalere.
Dati AGCom marzo 2012 aggregati per Istituzioni - Maggioranza - Opposizione |
Osservando l'istogramma dei dati aggregati per rappresentanza istituzionale, si nota un relativo incremento delle forze di opposizione, comunque relegate ai margini dell'informazione politica: Lega Nord e Italia dei Valori si mantengono infatti su valori in linea con il loro consenso elettorale e con i dati avuti nel precedente Governo, come se non costituissero l'unica forma di opposizione al Governo Monti.
Il pur lieve incremento dell'opposizione punisce tanto le forze di maggiorana quanto quelle istituzionali, il cui valore è in progressivo abbassamento appena al di sopra della maggioraza assoluta. Si tratta di valori ancora alti, ma l'andamento sottolinea una ritrovata voglia di protagonismo televisivo da parte dei partiti, unito ad una lieve usura che inizia a circondare la figura di Monti e dei suoi ministri.
Le testate più favorevoli alle forze di maggioranza sono state TG4 e Studio Aperto; l'opposizione ha avuto i massimi risultati sulle testate Telecom TGLa7 e MTVFlash, mentre le istituzioni sono state maggiormente rappresentate da TGCOM24 e TG1.
Dati AGCom marzo 2012 aggregati per area politico-culturale |
Ancora più interessanti sono però i dati relativi alla distribuzione del tempo per area politica. Rispetto al mese di febbraio sono infatti molte le novità: centrodestra e centrosinistra si presentano entrambi in calo fino ad attestarsi su un risultato di sostanziale parità, mentre traggono giovamento dalla diminuzione delle due aree principali tanto il Terzo Polo quanto l'opposizione leghista da destra.
Si tratta di un brusco dietrofront rispetto al mese di febbraio, ma è ancora presto per capire se si tratta di una reale inversione di marcia o di una semplice eccezione dovuta al particolare momento politico, né i mesi successivi - dominati dalle amministrative e dallo scandalo Lega - saranno probabilmente in grado di chiarire la situazione. Solo un monitoraggio costante a lungo termine potrà dire con certezza i nuovi equilibri tra gli schieramenti politici nel Paese.
Il centrodestra si conserva comunque egemonico nelle reti Mediaset, TG4 e Studio Aperto in testa, mentre le reti più favorevoli al centrosinistra si sono dimostrate Rainews 24 e Rainews. Il centro trova massima espressione su TG2 e Studio Aperto, mentre, infine, l'opposizione leghista ha maggiore spazio su TGLa7 e TGCOM24. La fine - almeno per ora - dell'alleanza tra il PdL e Lega ha significato per quest'ultima un drastico ridimensionamento nelle resti Mediaset.
A livello di aderenza alla par condicio spiccano i canali Telecom TGLa7 e MTV Flash, laddove i meno fedeli ai dettami della legge si sono rivelati il TG4 ed il TGCOM.
Dati AGCom 2012 aggregati per mese |
Dati AGCom 2012 aggregati per Istituzioni - Maggioranza - Opposizione |
Dati AGCom 2012 aggregati per area politico-culturale |
Analizzando l'andamento mensile delle singole formazioni politiche è impossibile non notare come il mondo dell'informazione sia ancora in cerca di un vero punto di equilibrio nel dopo-Berlusconi: le oscillazioni di PD e PdL sono figlie infatti, oltre che del normale evolversi delle tematiche politiche predominanti, anche di una vera e propria redistribuzione delle forze in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, amministrative in testa.
Tuttavia è possibile individuare alcuni punti fissi nei primi tre mesi dell'anno che possono offrire spunti di riflessione sull'immediato futuro: in primo luogo il lento e costante declino della presenza in TV del Presidente del Consiglio, segno da un lato della minor presa della sua figura sulla cittadinanza e dall'altro della progressiva scomparsa di quella sensazione di eccezionalità che aveva caratterizzato i primi periodi del suo mandato. In secondo luogo è impossibile non trascurare la progressiva ascesa delle formazioni centriste UdC e ApI in primis, che forse più di ogni altra cosa costituisce una valida indicazione sulla politica del futuro.
Ciò che è certo è che la situazione è alquanto dinamica, e le imminenti elezioni amministrative potrebbero ancora una volta ridisegnare gli equilibri di potere nella TV italiana.
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