Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati |
La recente separazione tra Fini e Berlusconi, unita alla progressiva riduzione del divario tra maggioranza ed opposizione alla Camera dei Deputati fino ad arrivare al sostanziale pareggio attuale, è alla base di meccanismi che esulano dalla semplice sopravvivenza del Governo e anzi impattano sulla vita quotidiana dell'Italia e degli Italiani.
Grazie ai dati reperibili su Normattiva è stato possibile individuare tutti gli atti legislativi promulgati nel corso della XVI legislatura, comprendendo con essi:
- Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri
- Decreti del Presidente della Repubblica
- Decreti Legge
- Decreti Legislativi
- Leggi
Promulgazione degli atti legislativi, con dettaglio delle leggi, nella XVI Legislatura |
Come si vede dall'andamento della serie "Atti Legislativi", il mese di gennaio 2011, con i suoi tre provvedimenti approvati e con il pesantissimo calo rispetto ai mesi precedenti, consente una nuova preoccupante lettura degli eventi politici successivi alla votazione di fiducia del 14 dicembre.
Esaurita l'ordalia dei decreti di fine anno, infatti, il Parlamento si è trovato di fatto paralizzato, incapace di legiferare e di portare a conclusione gli iter legislativi necessari per l'approvazione degli atti. Se poi, invece degli atti legislativi nel complesso, si esaminano le leggi, ovvero lo strumento parlamentare per eccellenza, si vede come la crisi della capacità produttiva delle Aule sia iniziata in realtà molto prima, visto che è da dicembre 2009 che non si raggiunge quota dieci e che comunque il divario tra le leggi e gli atti totali è andato progressivamente incrementandosi nel corso della legislatura.
Questi dati consentono di stigmatizzare con chiarezza l'attività parlamentare: un mero supporto alle decisioni governative fino a che esisteva una maggioranza solida, ed ora l'impasse più totale.
Composizione dell'attività legislativa (2008) |
Composizione dell'attività legislativa (2009) |
Composizione dell'attività legislativa (2010) |
Dall'esame dei grafici che mostrano l'evoluzione temporale dei lavori del Parlamento, si vede infatti come nel 2010 i decreti legislativi abbiano scalzato le leggi come tipologia di documento approvato.
L'iter di un decreto legislativo è però molto diverso da quello di una legge: il Parlamento, infatti, si limita a verificare in Commissione l'aderenza del testo del decreto a quanto previsto dalla legge delega "contenitore", delegando di fatto l'attività legislativa al Governo.
Il prepotente incremento dell'uso dei decreti legislativi è la maggiore espressione del rapporto di subordinazione instauratosi tra Parlamento e Governo nel corso della XVI Legislatura.
Confronto mensile sull'approvazione delle leggi nella XVI legislatura |
Se, come visto, il numero totale di testi approvati dal Parlamento è sceso negli ultimi mesi, e se la percentuale delle leggi è a sua volta calata rispetto al totale, se può solo dedurre che le leggi siano fortemente diminuite nel 2010 rispetto agli anni precedenti.
Il fenomeno può in effetti essere percepito comparando l'approvazione delle leggi su base mensile.
Come mostra il grafico, a partire da luglio 2010, ovvero dai primi screzi tra Berlusconi e Fini, l'attività legislativa del Parlamento ha iniziato progressivamente a scendere sotto i livelli degli anni precedenti, a riprova della sopraggiunta incapacità del potere legislativo di legiferare in maniera autonoma dalle proposte derivanti dal Governo.
L'attività parlamentare si è dunque ridotta alla mera certificazione dell'esistenza di una maggioranza in grado di sostenere il Governo, ma dai dati emerge innegabilmente l'inesistenza di una maggioranza in grado di lavorare per il Paese. La paralisi che dalla seconda metà del 2010 ha iniziato a colpire il Parlamento, culminata nell'inattività pressoché totale di gennaio 2011 (e in quella veramente totale di questa prima metà di febbraio) è il sintomo della malattia istituzionale che divora il Paese, del tifo da stadio a cui preme sapere solo se Berlusconi ha i numeri o meno per restare in sella senza interrogarsi sulla reale capacità di riformare l'Italia che il Parlamento potrebbe esprimere e non sta esprimendo.
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