Evoluzioni tra novembre e dicembre delle proposte di legge in materia elettorale |
Riassunto delle puntate precedenti:
22 settembre 2010: viene divulgata la notizia che la proposta di legge elettorale di iniziativa popolare nota come "Parlamento Pulito", che prevede tra le altre cose l'ineleggibilità per i condannati di qualsiasi grado, il limite di mandati per i parlamentari e la reintroduzione delle preferenze, avrebbe iniziato il suo iter legislativo in Parlamento.
21 ottobre 2010: dopo un mese, l'unico passo avanti fatto è stata la raccolta di tutte le proposte di legge in materia elettorale allo scopo di approntare una discussione comune.
22 novembre 2010: passa un altro mese, e gli unici lavori della Commissione Affari Costituzionali in materia riguardano l'inserimento di due nuovi ddl alla lista delle proposte di legge in materia elettorale.
Quali sono gli aggiornamenti?
Zero. Nulla.
Come si vede sulla pagina dei lavori in Commissione dell'Atto n° 3 ("Parlamento Pulito") non vi sono aggiornamenti relativi a date successive al 17 novembre.
I lavori sul tema si sono completamente fermati.
Per comprendere questo stop così totale non è sufficiente rifarsi alla nota avversione della maggioranza per una legge elettorale differente, che rimetta magari in discussione il premio di maggioranza o reintroduca le preferenze.
La discussione sulla legge elettorale è infatti legata a doppio filo con le sorti del Governo, stabilendo essa infatti le regole del gioco con cui si ritornerà alle urne.
L'idea di una legge elettorale scritta per fornire il corretto compromesso tra governabilità e rappresentatività è, nell'Italia di oggi, mera utopia.
La stragrande maggioranza dei partiti, nonché dei cittadini più attenti alle vicende politiche, auspica una legge elettorale in grado di aiutare a vincere la propria parte - o quanto meno, in grado di non far vincere la parte avversa.
Si voterà in primavera? Quali saranno gli schieramenti in campo? Cosa diranno i sondaggi?
Queste sono le vere domande che diranno se - e in che modo - verrà cambiata la legge elettorale.
Le prime mosse sono state fatte: se da un lato i partiti di opposizione puntano a riforme sostanziali della legge elettorale, riforme che spaziano dalla reintroduzione delle preferenze al ritorno al "Mattarellum" all'istituzione del maggioritario a doppio turno, la maggioranza ha depositato in Senato proposte di legge molto più mirate come l'Atto 1807, che limita la dimensione massima delle coalizioni in termini di numero di partiti, o l'Atto 2356, che assegna un premio di maggioranza nazionale al Senato.
Appare evidente l'uso politico di queste proposte: se l'opposizione volesse tentare di costruire una coalizione con più di due partiti, il primo atto servirebbe a impedirglielo; se Berlusconi non fosse sicuro delle sua vittoria al Senato per via dei premi di maggioranza regionali, il secondo atto lo metterebbe al sicuro.
Questo blocco dei lavori è quindi presumibilmente dovuto all'estrema incertezza che ha permeato - e che ancora in parte permea - il panorama politico tra novembre e dicembre: non appena divenisse probabile l'eventualità di elezioni anticipate il tema ritornerebbe di stretta attualità.
E "Parlamento Pulito"? E la volontà popolare? E la possibilità di non far arrivare in Parlamento i condannati? E le preferenze?
Città Democratica continuerà a seguire l'iter legislativo degli atti di materia elettorale, nella speranza che i giochi di palazzo non riescano a cancellare completamente quanto l'iniziativa popolare ha proposto.
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